domenica 29 novembre 2009

Impronte


Oh Gabriella, mia preferita. Questo disegno l'ho fatto pensando a te. Sapevo che mi avresti capita...

martedì 24 novembre 2009

Edward Lear


Questo Signore è geniale. Oltre ad essere il padre del Nonsense, grazie al quale mi fa sentire a casa, scopro che durante la sua vita ha compiuto un bel viaggio sull'Aspromonte dal 25 luglio al 5 settembre del 1847 insieme ad un amico una guida e un asino, del quale ci lascia testimonianza in un libro, "Journal of a landscape painter in Southern Calabria", tradotto anche in italiano e che sarà uno dei prossimi libri che andrò a cercare.

Scopro inoltre che anche questo illustre Signore ha compiuto un viaggio in compagnia di un asino.
Questi inaspettati percorsi mi fanno accorgere che non sono poi così sola nel mio di viaggio. Lo sono sicuramente nei pensieri, nel mio idealismo a mò di scolapasta e nel mio immaginario assolutamente fallimentare.

E a proposito di asini impossibili, riuscirò ad uscire da questa botte...non di ferro?
Chi lo scopre guadagna 100punti!

martedì 17 novembre 2009

Sull'asinello


Non so chi sia questo Caramagno.
Ma mi piaceva.

domenica 15 novembre 2009

Jonah


Se fossi una bambina di cinque anni agli esordi nel tirare in aria una palla dai rimbalzi strani perchè ovale, uno dei miei idoli sarebbe Jonah Lomu. Quando si parla di Jonah Lomu non si può non pensare agli All Blacks, quando si parla degli All Blacks non si può non immaginare l'Haka, la Ka Mate più precisamente.


Cantata in lingua maori e non in inglese, danza di guerra per molti, ma di battaglia per pochi, ci insegna che basta crederci per vedere splendere il sole.
Nel rugby del 2009 sono lontani i tempi in cui, a causa del regime di apartheid del governo sudafricano, ai giocatori maori degli All Blacks venne vietato di giocare contro gli Springboks. Il popolo del rugby di oggi fa parte di un'altra civiltà. E proprio ieri lo abbiamo potuto vedere.
Italia vs Nuova Zelanda: 6 a 20.
Il San Siro era stato più invaso di così solo per il concerto di Bob Marley del 1980. Altro che derby Milan-Inter, barzellette a confronto. Ottantamila persone a sostegno di uno sport giusto, fatto di muscoli e di strette di mano.
Basta ripensare agli ultimi 10 minuti dell'incontro per capirci tutto. Solo cinque i metri che ci separano dalla linea di meta. La mischia italiana, quasi 1000 chilogrammi di un tutt'uno di corpi che spinge, batte ripetutamente quella delle maglie nere. Purtroppo l'incalcolabile sforzo dei nostri non è bastato a farci assegnare una doverosa meta tecnica che l'arbrito australiano, cieco o stronzo, non ha ritenuto giusto concederci. Ma le leggi sono sovrane e indiscutibili, anche quando mancano del coraggio di prendere una posizione. Ottantesimo minuto, arriva il fischietto e si riparte con le ennesime, virtuose, strette di mano.

Vai Miro. Tu sei un rugbista, io sono un asino, due gemmelli. Non siamo mica noi quelli sbagliati.

martedì 10 novembre 2009

La fiera del cavallo...e degli asini


Fotogrammi, fotogrammi veloci. Come gli arti, o gli artigli, impazziti dei cavalli che corrono. Ce ne sono moltissimi qui a Verona. Centoundicesima edizione di una delle fiere di settore più grandi del mondo. La prima è targata 1898 e si chiamava "Fiera semestrale dei cavalli". In soli quattro giorni 150ooo visitatori, 700 espositori, 2500 cavalli, 1000 persone al lavoro. L'ingresso giornaliero costa 22 euro. Molti numeri.
Non ci mettevo piede da quand'ero adolescente. Allora le mie giornate erano piene di coccole per i cavalli oppure per le strade di Cosenza, senza tante sfumature. La scuola non mi prestava attenzioni e tantomeno facevo io con lei. A casa non stavo mai, ma i cavalli erano vino per me.
Ricordo che l'unico professore che ho avuto al liceo artistico, conscio della mia passione, mi chiese di rappresentare i movimenti del regale quadrupede attraverso delle linee. Lui voleva aiutarmi, ma non ci sono mai riuscita, e ancora ci penso. Ma se dovessi realizzarlo adesso prenderei ispirazione da questo bambino.

Possenza, agilità, eleganza, tepore. Ognuno le sfrutta a modo suo. In questo panorama l'uomo è godereccio e in pochi riescono ad osservare cosa ci sia sotto, oltre a una coda. Ma se la musica si trasforma nel suo rovescio, cosa succede?


Oltre al capostipite degli equidi per eccellenza ci sono anche loro, gli asini. Ma non si chiamava fieracavalli? Hanno quattro zampe, una coda e due orecchie più lunghe, ma non ci somigliano tanto. A me non importa, sono qui apposta per loro. E la cosa migliore è che sono qui con mio padre.

La società ci impone questo modello. Poi, quando tutto si dissolve, entrano le regole, quelle che prima non servivano.
Ormai il binomio asini-bambini è diventato una moda. Morbidi, interattivi e calmi, cosa si può volere di più? Ma secondo me si annoiano, secondo me pensano: ma guarda 'sti stupidi che si divertono così. Sono una pessimista.




Se di natura possiamo parlare, ci sono anche le mele. La raccolta credo sia finita. BUONE!

domenica 1 novembre 2009

Luccacs

Qui a Lucca è autunno. Dopo averci pensato tanto, credo che l'autunno abbia i colori migliori. Col pensiero dei colori buoni capisci che ci sono quelli che se ne vanno e quelli che vengono, però ci sono. Sembrano barattolini di miele.


In questa stagione gli asini si riproducono, anche se in realtà alle nostre latitudini potrebbero farlo per tutto l'anno. La gestazione dura mesi, 12 almeno ed è indispensabile che anch'essa segua la maturazione dei colori. Verde giallo rosso.
La fretta non appartiene alla natura, che altrimenti sarebbe un mostro.
Ciao Alda.