giovedì 24 dicembre 2009

L'asino calabrese

Non conosco molte cose di me, ma sicuramente sono cosentina nell'infanzia, nell'adolescenza e nella giovinezza, e il concertino di ieri notte me l'ha fatto ricordare. 'Beat' di Cosenza, nel mezzo del centro storico di fronte al sacro Duomo con al centro della piazza un albero di natale forte e disadorno. Suona un gruppo di forse non più ragazzi, lei ha una voce incredibile che dai suoi occhi azzurri proprio non sembra; suonano bene e tanto, e suonano cover di Clash, Lou Reed, Talking Heads, Ramones, Devo. Torno indietro di quindici anni, con il tempo complice nel riportarti a galla le storie e farti rimettere a posto quello che non era quando andavo a vedere i concerti al Gramna e al liceo classico Bernardino Telesio, in motorino scoprivo la musica. Ne è passato di tempo, che ora sembra tutto insieme.

Questo libro l'ho incontrato per caso, anche se non so ancora se riuscirò a trovarlo. Però comprendo perchè nel secolo scorso qualcuno ritenesse importante scrivere poemi in dialetto calabrese. Spero non sia solo curiosità. Il caso, appunto, ha voluto che lo scovassi mentre ero immersa nella ricerca che in questo periodo mi sta portando a studiare le origini delle razze asinine italiane. Ne ero certa che non poteva mancare un 'Asino Calabrese'. L'Ente Parco Nazionale dell'Aspromonte è al lavoro per ricostituire il ceppo originario e se ci riuscisse, sarebbe il segno di una giusta riappropriazione...penso io che sono un asino! Lo immagino baio scuro, alto intorno ai 140 centimetri, con arti agili e forti come rami di leccio e con lo spirito orgoglioso e sobrio di chi vive nelle montagne.

Il terzo elemento di questo poche e stupide righe, riguarda la fotografia. Ne esistono moltissime che lo raffigurano, di ieri e di oggi, suggestive sopratutto le foto in biaco e nero. Grazie a loro la mente viaggia. Ma io vorrei vederlo dal vivo e magari ripercorrere con lui tracce e racconti di Edward Lear.

martedì 15 dicembre 2009

Gli asini non c'entrano, loro protestano


è colpa mia
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi
e meno intelligenti
è colpa mia

è colpa mia
che non mi curo delle tue speranze
forse perchè delle idee
non so più che farne

è colpa mia
non ci avevo mai pensato
è colpa mia
non presto mai troppa attenzione
è colpa mia
perchè non prendo posizione
è colpa mia
mi crolla il mondo addosso
e se ci penso
non me ne frega niente

è colpa mia
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te
e nessuna spiegazione
soltanto quando è troppo tardi
ti ricordi che è tutto vero
è colpa mia
è colpa mia
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te
e nessuna spiegazione
figlio mio, ci pensi, un giorno
tutto questo sarà tuo

neppure se ti vedo piangere
riesco ad essere felice
neppure se ti parlo veramente
quando ti dico
che per me non conti niente
neppure tu
è una vita spesa male
ma tanto ormai è finita e lo sai
perchè è finita, era un autunno
mentre l'inverno si avvicina

è colpa mia
è colpa mia
è colpa mia
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi
e meno intelligenti

perchè non mi curo
delle tue speranze
è colpa mia
se siamo diventati indifferenti
per piccoli egoismi
e altrettante bugie
e nessuna spiegazione
E' COLPA MIA
che non mi curo delle tue speranze
per piccoli egoismi
e altrettante bugie
e nessuna spiegazione
figlio mio
ci pensi, un giorno, tutto questo sarà tuo
(il teatro degli orrori)

"Il fallimento della mia generazione...", come dice il buon Capovilla.

domenica 29 novembre 2009

Impronte


Oh Gabriella, mia preferita. Questo disegno l'ho fatto pensando a te. Sapevo che mi avresti capita...

martedì 24 novembre 2009

Edward Lear


Questo Signore è geniale. Oltre ad essere il padre del Nonsense, grazie al quale mi fa sentire a casa, scopro che durante la sua vita ha compiuto un bel viaggio sull'Aspromonte dal 25 luglio al 5 settembre del 1847 insieme ad un amico una guida e un asino, del quale ci lascia testimonianza in un libro, "Journal of a landscape painter in Southern Calabria", tradotto anche in italiano e che sarà uno dei prossimi libri che andrò a cercare.

Scopro inoltre che anche questo illustre Signore ha compiuto un viaggio in compagnia di un asino.
Questi inaspettati percorsi mi fanno accorgere che non sono poi così sola nel mio di viaggio. Lo sono sicuramente nei pensieri, nel mio idealismo a mò di scolapasta e nel mio immaginario assolutamente fallimentare.

E a proposito di asini impossibili, riuscirò ad uscire da questa botte...non di ferro?
Chi lo scopre guadagna 100punti!

martedì 17 novembre 2009

Sull'asinello


Non so chi sia questo Caramagno.
Ma mi piaceva.

domenica 15 novembre 2009

Jonah


Se fossi una bambina di cinque anni agli esordi nel tirare in aria una palla dai rimbalzi strani perchè ovale, uno dei miei idoli sarebbe Jonah Lomu. Quando si parla di Jonah Lomu non si può non pensare agli All Blacks, quando si parla degli All Blacks non si può non immaginare l'Haka, la Ka Mate più precisamente.


Cantata in lingua maori e non in inglese, danza di guerra per molti, ma di battaglia per pochi, ci insegna che basta crederci per vedere splendere il sole.
Nel rugby del 2009 sono lontani i tempi in cui, a causa del regime di apartheid del governo sudafricano, ai giocatori maori degli All Blacks venne vietato di giocare contro gli Springboks. Il popolo del rugby di oggi fa parte di un'altra civiltà. E proprio ieri lo abbiamo potuto vedere.
Italia vs Nuova Zelanda: 6 a 20.
Il San Siro era stato più invaso di così solo per il concerto di Bob Marley del 1980. Altro che derby Milan-Inter, barzellette a confronto. Ottantamila persone a sostegno di uno sport giusto, fatto di muscoli e di strette di mano.
Basta ripensare agli ultimi 10 minuti dell'incontro per capirci tutto. Solo cinque i metri che ci separano dalla linea di meta. La mischia italiana, quasi 1000 chilogrammi di un tutt'uno di corpi che spinge, batte ripetutamente quella delle maglie nere. Purtroppo l'incalcolabile sforzo dei nostri non è bastato a farci assegnare una doverosa meta tecnica che l'arbrito australiano, cieco o stronzo, non ha ritenuto giusto concederci. Ma le leggi sono sovrane e indiscutibili, anche quando mancano del coraggio di prendere una posizione. Ottantesimo minuto, arriva il fischietto e si riparte con le ennesime, virtuose, strette di mano.

Vai Miro. Tu sei un rugbista, io sono un asino, due gemmelli. Non siamo mica noi quelli sbagliati.

martedì 10 novembre 2009

La fiera del cavallo...e degli asini


Fotogrammi, fotogrammi veloci. Come gli arti, o gli artigli, impazziti dei cavalli che corrono. Ce ne sono moltissimi qui a Verona. Centoundicesima edizione di una delle fiere di settore più grandi del mondo. La prima è targata 1898 e si chiamava "Fiera semestrale dei cavalli". In soli quattro giorni 150ooo visitatori, 700 espositori, 2500 cavalli, 1000 persone al lavoro. L'ingresso giornaliero costa 22 euro. Molti numeri.
Non ci mettevo piede da quand'ero adolescente. Allora le mie giornate erano piene di coccole per i cavalli oppure per le strade di Cosenza, senza tante sfumature. La scuola non mi prestava attenzioni e tantomeno facevo io con lei. A casa non stavo mai, ma i cavalli erano vino per me.
Ricordo che l'unico professore che ho avuto al liceo artistico, conscio della mia passione, mi chiese di rappresentare i movimenti del regale quadrupede attraverso delle linee. Lui voleva aiutarmi, ma non ci sono mai riuscita, e ancora ci penso. Ma se dovessi realizzarlo adesso prenderei ispirazione da questo bambino.

Possenza, agilità, eleganza, tepore. Ognuno le sfrutta a modo suo. In questo panorama l'uomo è godereccio e in pochi riescono ad osservare cosa ci sia sotto, oltre a una coda. Ma se la musica si trasforma nel suo rovescio, cosa succede?


Oltre al capostipite degli equidi per eccellenza ci sono anche loro, gli asini. Ma non si chiamava fieracavalli? Hanno quattro zampe, una coda e due orecchie più lunghe, ma non ci somigliano tanto. A me non importa, sono qui apposta per loro. E la cosa migliore è che sono qui con mio padre.

La società ci impone questo modello. Poi, quando tutto si dissolve, entrano le regole, quelle che prima non servivano.
Ormai il binomio asini-bambini è diventato una moda. Morbidi, interattivi e calmi, cosa si può volere di più? Ma secondo me si annoiano, secondo me pensano: ma guarda 'sti stupidi che si divertono così. Sono una pessimista.




Se di natura possiamo parlare, ci sono anche le mele. La raccolta credo sia finita. BUONE!

domenica 1 novembre 2009

Luccacs

Qui a Lucca è autunno. Dopo averci pensato tanto, credo che l'autunno abbia i colori migliori. Col pensiero dei colori buoni capisci che ci sono quelli che se ne vanno e quelli che vengono, però ci sono. Sembrano barattolini di miele.


In questa stagione gli asini si riproducono, anche se in realtà alle nostre latitudini potrebbero farlo per tutto l'anno. La gestazione dura mesi, 12 almeno ed è indispensabile che anch'essa segua la maturazione dei colori. Verde giallo rosso.
La fretta non appartiene alla natura, che altrimenti sarebbe un mostro.
Ciao Alda.

giovedì 29 ottobre 2009

vietato sognare


sabato 24 ottobre 2009

basta veleni


Sosteniamo Amantea in un giorno importante. Mettere una firmetta non costa niente.
"La pazienza è la virtù degli asini e dei santi".

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venerdì 23 ottobre 2009

Personalmente bugiardo

Un ottimo sformato di truffatori, egoisti, codardi e bugiardi. In questo sembra essersi trasformato il nostro Belpaese? Non lo so. Ma di sicuro è una portata sufficiente ad alimentare la resa, lo sconforto, oppure a tirare ancora più su la testa, con gli occhi ben puntati al cielo.
Persino alla sobrietà del buon Franco Battiato girano i coglioni:
Uno dice che male c'è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello stato?
Non ci siamo capiti, e perchè mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti? Che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro?
Se le cellule non lavorano più una per l'altra l'organismo se ne va a puttana. Oscurantismo privato, questo è quello che ci rimane da vedere? Possiamo davvero farci fermare dalla paura?

Girovagando alla ricerca di ciò che più mi piace, ho scoperto che esistono anche dei blog bugiardi. Nel senso che parlano delle bugie, private appunto.

Facciamoci una risata, va!
Che di fronte a tutta questa merda mi sembra un buon approccio per imparare a coltivare le proprie virtù.

domenica 18 ottobre 2009

Mulini a vento


Ne esistono di molti tipi.
Inutile, il mio sembra essere proprio questo.
...che brava vero?

martedì 13 ottobre 2009

Zuppa


Vorrei essere un gatto per potermi fidanzare con Zuppetta. Anche lei sembra contenta. Solo che sono un asino. Come potrei fare?
Forse mandandola a scuola...e andandoci anch'io!

venerdì 9 ottobre 2009

Strisci


In tempi di crisi, come si suole dire, è dura la pagnotta. Ognuno si arrangia come può. Questi signori di uno zoo di Gaza, in mancanza di zebre, hanno ricevuto in dono dai vicini di Tel Aviv asini dipinti.
A me invece tocca subaffittare la casa a Gigi. Che storia. Sa anche cantare, quando Nicola suona la chitarra.


Gigi e Nicola sono davvero simili. E sono davvero amici.
Mi stanno insegnando che andare piano è andare bene.
Che se corro non ho il tempo di vedere le cose.

mercoledì 7 ottobre 2009

Annuncio


cercasi piccola imbarcazione a prezzi modici.
mare chiaro difficile da trovare.
...fosse la volta buona!

martedì 29 settembre 2009

Principessa andiamo

Lugnano 27 settembre 2009

Principessa andiamo.
Ti guarderò negli occhi, ti prenderò la mano e ti chiederò di venire con me.
Ti guiderò per il mondo in luoghi che non conosci e ti spiegherò le cose che non ti aspetti.
Ti porterò per le feste, a sorridere tra la gente e ti regalerò la magia del gioco.

Grazie Minga!

sabato 26 settembre 2009

Filastrocca dello sceicco


Lo sceicco va veloce
il petrolio è la sua croce.
L'asino va piano
vede il mondo da lontano.

Agli arabi non crescerà mai
quel che agli asini non taglierai.
Orecchie per sentire
orecchie per volare.

mercoledì 23 settembre 2009

il suo nome è Frida

In questo periodo sto impazzendo per lei. Frida Kahlo, un'artista con un talento fuori dal normale. Era molto legata alla sua famiglia e alla sua terra. Con la pittura ha portato per il molto il suo sguardo critico ed attento. Una donna fortissima, come alcuni episodi della sua vita. Ci son persino film e fumetti che parlano di lei.

Mi son messa a cercare asini nei suoi quadri, non li ho travati, ma mi è venuta in mente una foto che ho scattato a questo ciuchino messicano che veniva tenuto legato al suo specie di basto in una specie di pascolo. Proprio astuti questi contadini messicani, un sistema geniale per non farlo scappare. Secondo me Fridha non sarebbe stata molto d'accordo!

Domani andrò ad Assisi. E se San Francesco mi insegnasse a parlare con gli animali? E se riuscissi a farlo proprio con gli asini?
ah ah ah

domenica 20 settembre 2009

A Lugnano

Quarta edizione del Palio de' Ciui

ah ah ah

sabato 19 settembre 2009

luce e colori

...il posto degli asini

"dalle cose che ho detto risulta più chiaro del sole che nessun animale più dell'asino è capace di accogliere il divino. Se non vi volgerete all'asino, non sarete capaci di accogliere i divini misteri" (Cornelio Agrippa)

mercoledì 16 settembre 2009

Il tempo di Gorgona

Gorgona, 8 settembre 2009

L'Isola di Gorgona ospita dal 1869 una Casa di Reclusione ad indirizzo agricolo-zootecnico. Attualmente penso che accolga una settantina di detenuti, tutti maschi e soprattutto lavoratori.
La natura da qui mozza il fiato. E si mischia, inevitabilmente, a ricchezze e povertà degli uomini.

Ci sono 41 bovini, un centinaio tra pecore e capre, non so quanti suini ma tra riproduttori e maialetti fanno un bel gruppetto, un bel pò di volatili come galline tacchini faraone e 2 pavoni, 6 cavalli avelignesi e tre asinelli sardi, gatti e cani girovaghi, api, orate rinchiuse in grandi gabbie che finiscono sui banchi della coop...poi c'è la fauna selvatica che anche quella insegna!
Marco è il veterinario dell'isola, ci lavora da vent'anni, ma in realtà cura le persone. Il libro che ha scritto si chiama"Il respiro di Gorgona. Storie di uomini, animali e omeopatia nell'ultima isola-carcere italiana". Io invece mi permetto di scrivere un post sul suo tempo.

Una volta scrissi che ci sono posti dove non è possibile andare. Ma non perchè siano irraggiungibili o comunque fisicamente lontani, oppure perchè terrribilmente pericolosi come dove c'è la guerra, piuttosto che molto costosi. Ma soltanto perchè sono un carcere. Ora invece scrivo che ci puoi andare e come, con la testa ed anche con tutto il corpo. Perchè il carcere, qualunque esso sia, ti ruba il tempo, te lo prende tutto e con quello che ne rimane ti consiglia di farci quello che vuoi.
Ma qui, a differenza di tante altre realtà simili e italiane, c'è qualcosa in più che si muove. Si muovono gli animali, prima intorno e poi insieme a noi uomini. Sono loro che ti danno la mano, poi te la avvolgono e ti mostrano i pertugi per non sbagliare. Hanno sempre ragione, e si fidano anche se gli tagliamo le palle e le code.

E si muove la musica, quella buona, che speri possa non finire mai.

giovedì 3 settembre 2009

orecchie power

Peccato che il secondo non l'ho fatto io.
Un vero peccato non avere tutto questo talento.
Anche se mi dicono che ho le spalle più forti.
Continuano a piacermi le belle parole.
Rare.

venerdì 28 agosto 2009

I due mari

(a mia madre)

Plof. Tirare sassi al mare non ha età. La parabola perfetta, il rumore alla fine una realizzazione. Tutti sanno farlo, persino io. Delle volte sono scomodi, i sassi, altre non ci fai caso. Anche qui a San Lucido i lanci vengono bene. D'altronde è un paese costrutito su di una frana, ne ha preso le forme. Comunque ha qualcosa di dolce, comunque regge, comunque lo ha sempre fatto.



Per arrivare a Roccella Jonica da qui bisogna tagliare in due la regione. Ti ci porta una strada selvaggia e sterminata. La Salerno-Reggio Calabria prima, la Jonio-Tirreno poi. Si attraversano pianure, colline, montagne impensabili. In Calabria c'è davvero di tutto. La Calabria come la Catalunya: in faccia il mare, alle spalle le montagne. Quelle perforate da scheletri di gallerie senza fine, alle quali si uniscono deviazioni decennali di mani sporche che non conoscono il sapore della civiltà, pezzi di terra bruciata da chi non ha voglia. Anche questo sono le montagne.




Il campeggio è una filosofia. Ormai siamo filosofi delle tende. Di anno in anno ci perfezioniamo, nonostante i picchetti riesci a piantarli anche se storti e il materassino lo trovi anche al buio. E poi io sono un asino, voglio andare piano. Cazzo.
Miranda mi parla del problema di essere attori, quotidiani, della strada. Per questo mi piacciono le sue parole. Mi dice che sono più di vent'anni che viene qui d'estate perchè si sta bene. Io sono d'accordo con lei, il mare è bellissimo. Mi dice che quando aveva diciotto anni, la mia età, era mille volte più trasparente. Dunque, facendo un rapido calcolo, tra vent'anni sarà nerastro per l'arsenico e il petrolio. E allora diremo: "com'è bello il mare questo pomeriggio, l'acqua pulita, questo grigiastro un incanto, non puzza nemmeno più di tanto. Poi ci sono le bandiere, loro sono una sicurezza, che importa se a marzo erano nere e ad agosto sono diventate blu, il bagno oggi si può fare".
Giovanni non è del sud, ma fotografa il "Roccella Jazz Festival" da dodici anni. Anche le sue parole sono belle, soprattutto non hanno nemmeno un filo di rassegnazione. "Se non ti ci fanno nemmeno arrivare in Calabria, se per fare Brindisi-Roccella Jonica in treno ci metti più di quindici ore, come potrà mai svilupparsi questa terra?". In un periodo in cui l'arretratezza diventa una convenienza politica, la sua critica ha un senso importante.
Secondo lui Roccella Jonica è un'isola felice. Negli anni, grazie al festival, ha visto il fermento aumentare, crescere il movimento di giovani che seguono la musica e che prendono uno strumento in mano. Forse davvero è una questione di contaminazioni.



30 anni sono difficili. Sono un'età come un'altra, ma si consolida il mal di pancia. Io ho la gastrite cronica, ma non ce la faccio a smettere di parlare, anche se non mi conviene, anche se per gli amici continuo a sbagliare. Sono la più scema perchè cerco di prendere posizioni, perchè non trovo mai una sistemazione.
La cosa migliore me la dice mamma. Guardare la mia strada, che ce n'è tanta, che è la mia strada. E non importa quanti cotton fioc butto via, se poi ci sento meglio, se poi l'opera d'arte viene fuori comunque.
San Lucido. Questo è il suo profilo al tramonto. Si riparte da qui. La linea è la stessa, anche se perpendicolare. E speriamo non sia un taglio, ma piuttosto una carezza. Tanto posso alzare la testa ogni volta che voglio. E sicuro le stelle non sono sassi.